La Chiesa della Maddalena, eretta nel 1560 sotto il pontificato di Pio IV e la guida del Vescovo di Catanzaro, Ascanio Geraldini, fu originariamente consacrata con il titolo di Santa Caterina. Successivamente, il frate cappuccino Tiberio da Milano trasformò la chiesa in un Conservatorio di Convertite, accogliendo ventidue donne convertite dalla malavita e dando così origine al Monastero delle Convertite della Maddalena.
Il 23 aprile 1690, il Vescovo Francesco Gori consacrò nuovamente la chiesa, come testimonia una lapide posta all’ingresso. Suor Domenica de Aznar ricopriva il ruolo di Badessa del monastero in quel periodo. Nel corso degli anni, la struttura subì diverse vicissitudini, inclusa la chiusura nel 1784 per decreto reale, la riapertura nel 1796 con l’assegnazione della parrocchia di San Biagio, e la successiva chiusura nel 1810, seguita da riaperture durante il periodo francese.
Il decreto luogotenenziale del 17 febbraio 1861 sopprimeva le case monastiche, costringendo le monache domenicane del convento di San Rocco a trasferirsi presso la chiesa della Maddalena. La chiesa, nel corso degli anni, fu oggetto di restauri, tra cui la ricostruzione del tetto nel 1888 e la ristrutturazione completa nel 1930, quando fu riaperta al culto dopo essere stata temporaneamente adibita ad alloggio per i militari dal 1914.
La facciata, in stile neoclassico, presenta coppie di paraste corinzie, sormontate da una trabeazione imponente che culmina in un accentuato timpano. Gli anni ’30 videro un ulteriore intervento di restauro sotto la guida di don Giovanni Apa, che curò il rifacimento degli altari, la decorazione interna, la sagrestia e l’ufficio parrocchiale. Affreschi di Santa Chiara, Maria Maddalena, Cori degli Angeli sulla cupola e Dottori della Chiesa come Sant’Agostino, San Bernardo, Sant’Alfonso e San Tommaso arricchirono il patrimonio artistico della chiesa.
La struttura si presenta a navata unica con due cappelle per lato e un ampio presbiterio, al centro del quale troneggia l’Altare maggiore del 1768, realizzato dai maestri Silvestro e Giuseppe Troccoli.